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Channel: camera – DestraLab
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La fiducia alla Camera

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Vero, al peggio non c’è fine. Mai lette tante sciocchezze tutte in una volta in occasione di una fiducia alla Camera. Come se fosse stata la prima volta dalla nascita della Repubblica che la si votasse.

Il caos regnava sovrano. I numeri ballavano in continuazione. La maggioranza (non l’opposizione che stava sull’Aventino) era allo sbando. Neanche fossimo in presenza di una delle 33 fiducie del governo Prodi. Gli inviati in aula dei grandi quotidiani sono stati appesi per ore ad un fantomatico numero legale in bilico, poi, miracolosamente fatto superare dall’ingresso in aula del drappello radicale. Ingresso – secondo i consueti retroscena inviati questa volta in tempo reale via sms – avvenuto dopo un colloquio riservatissimo, di cui tutti però erano stati messi a conoscenza, con il ministro Nitto Palma, che avrebbe promesso probabilmente ai pannelliani ulteriori garanzie sull’amnistia, in cambio della loro presenza in aula. Altra macchinetta del fango. In precedenza si era insinuato di un promesso salvataggio di Radio radicale. La suspence è finita: i radicali sono arrivati, hanno votato no, ma B è salvo.

I fatti però sono indiscutibili. L’agenzia è delle 13.57. Dopo la prima chiama avevano già votato 322 deputati.

“La prima chiama ha registrato 322 votanti, di cui cinque radicali; sette sono stati i voti contrari (ha votato anche la Svp, ndr.), quindi abbiamo ottenuto 315 voti favorevoli. Il numero legale e la maggioranza ci sono già”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, mentre a Montecitorio è in corso la votazione sulla fiducia. Con 315 voti c’è sicuramente la maggioranza perché il presidente per prassi non vota, quindi il conteggio va fatto su 629 votanti.

Numero legale e maggioranza già raggiunte quindi, senza nessun aiuto da parte dei 5 radicali e dei 2 Svp. Nella seconda chiama, per la maggioranza si è poi aggiunto il voto del solo Franzoso (applaudito secondo il resoconto).

Come in altre occasioni a nulla sono valse le dichiarazioni. Era già tutto un fiume ininterrotto di commenti e retroscena. “Scandaloso, Pannella ha salvato Berlusconi. Da non crederci“.

Hanno votato cinque radicali, hanno votato no ma hanno salvato il quorum…. Questo non è più un governo e nemmeno un Parlamento… I radicali convinti da Nitto Palma! In cambio di che cosa? Amnistia?

Un Fini verde di rabbia – terreo e furibondo – annunciava così l’inizio dell’inutile seconda chiama, con i deputati dell’opposizione che rientravano mestamente dal secondo Aventino consecutivo.

Neanche contare con il pallottoliere quelli che mano a mano gli passavano sotto gli occhi. Neanche domandarsi, ma cosa sta succedendo, quando l’applauso era arrivato in aula da parte della maggioranza (l’avranno sentito?), sintomo più che evidente che i numeri erano già stati raggiunti (perché lì qualcuno che conta con il pallottoliere c’è sempre).

E sullo scadente thriller (di serie B o C?) messo in scena oggi dalla stampa alla Camera dei Deputati anche per questa volta, fortunatamente, è calato il sipario.

Presenti e votanti 617
Maggioranza 309
Hanno votato 316
Hanno votato no 301

Anche se l’ira del Pd e la rabbia della Bindi, nonostante l’ammissione del capogruppo Franceschini:

“I Radicali non sono stati determinanti. Sono entrati quando era stato già raggiunto il numero legale“

rimangono sempre lì. Mentre Repubblica si consola così: Fiducia di un soffio.


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